Sistemando tra gli scaffali della libreria ho notato che potrei definirmi collezionista di agende e taccuini Moleskine. Per qualcuno saranno sorpassati da agende digitali ma il fascino del taccuino dove scribacchiare, fosse solo per segnarci le ricette o i pensieri distratti per me è inarrivabile. La carta morbida, l’inchiostro fluido che la fa arricciare sotto il suo scorrere hanno un fascino che non teme l’avvento del digitale.
Ne portavo anche più di uno in borsa, qualcuno come agenda, qualcuno come notes, insomma un gran casino. Ho conosciuto Moleskine prima con un cahier, un taccuino basso, di quelli sottili e leggeri che ho usato prima come agenda improvvisata e poi come vero e proprio taccuino di viaggio.
Poi ho scoperto il mio assistente di carta ideale, l’agenda taccuino Moleskine. Quello che volevo era un unico oggetto che facesse da agenda ma che avesse anche lo spazio per scrivere le note, i pensieri e tutto quello che non può stare nel box di una singola data ma non nelle note a fondo dell’agenda, ma proprio lì, di fianco al giorno in cui hai avuto quel pensiero, quell’ispirazione o riflessione.
Da lì la uso sempre, anche se a volte dimentico di rileggere gli appuntamenti e le cose da fare, ma l’importante è esserci, come si suol dire, il risultato è un’altra storia. Unica variazione all’agenda taccuino è il taccuino da viaggio che uso quando (mai abbastanza) ho la fortuna di viaggiare un po’.
Quest’ultimo , carnet de voyage l’ho comprato a Lisbona, dove ho esaurito il vecchio Moleskine e l’ho sostituito in corsa con questo taccuino dedicato al Fado, dalla copertina squisitamente retrò.
Finora mi ha accompagnato in due viaggi, dopo Lisbona e il Portogallo l’ho usato anche per raccogliere riflessioni e appunti su Berlino, assieme a biglietti da visita dei ristoranti, musei e ed entrate ai locali e concerti, uno spaccato del mio viaggiare in formato tascabile.