Libroterapia umanistica: libri e benessere

Ph. credits – Irene Benussi

Ho scoperto la libroterapia umanistica grazie al blog di Irene Benussi, Libri e Linfa in uno dei tanti percorsi di serendipity sul web. I libri sono fonte di benessere per svariati motivi, dal piacere della lettura alla ricerca della conoscenza ma a guardare bene c’è molto di più. Incuriosita dal blog di Irene ho provato a contattarla per un’intervista, per sapere da chi conosce ed applica la libroterapia umanistica per professione, come i libri possano aiutarci a diventare persone “migliori” o quantomeno più consapevoli di noi stessi. Irene Benussi ha gentilmente accettato l’invito ed ecco la sua intervista con – potevo non chiederglieli? – preziosi consigli di lettura.

D: Come ti sei avvicinata alla Libroterapia Umanistica?

R: Da un lato, è stato per puro caso: una professionista che seguo, che si occupa di comunicazione digitale, ha raccontato nella sua newsletter di aver fatto un percorso di libroterapia e mi è bastato leggere quella parola perché mi brillassero gli occhi: così ho fatto qualche ricerca e ho scoperto il mondo della libroterapia. Fatalità, stava giusto per partire un corso di formazione e mi sono iscritta senza pensarci due volte.

Dall’altro lato però ho sempre creduto che i libri avessero un intrinseco potere di “guarigione” – ho maturato questa convinzione nei dieci anni in cui ho lavorato in libreria, imparando a leggere per gli altri; in questo senso, posso dire che formarmi in Libroterapia non ha fatto altro che legittimare e dare una forma a una competenza che era già presente dentro di me (e, probabilmente, anche dentro ciascun lettore).

D: Come si diventa libro-terapisti (passami il termine) ossia terapisti in libroterapia?

R: In realtà ci sono due figure distinte che possono occuparsi di libroterapia. Da una parte la libroterapia clinica è una forma di psicoterapia, praticata da professionisti del settore sanitario. Il suo obiettivo è di procurare un beneficio psicologico in caso di disturbi o patologie, con percorsi di gruppo o individuali. La versione umanistica della libroterapia non ha lo scopo di curare ma di accompagnare verso un obiettivo specifico (ad esempio, nel mio caso la libroterapia è una via per esplorare il rapporto con la natura e la sua magia, la propria evoluzione personale e il proprio ruolo di donna all’interno della società). La libroterapia umanistica può essere praticata anche da figure diverse, come ad esempio bibliotecari, insegnanti, assistenti sociali, counselor, coach – e, come nel mio caso, naturopati! Queste figure si definiscono “facilitatori”. Personalmente, mi sono formata come facilitatrice seguendo un corso tenuto da Rachele Bindi, psicologa e psicoterapeuta fondatrice del portale Libroterapia.net e autrice di diversi libri proprio sul tema della libroterapia.

D: Sei prima una lettrice o una terapista?

R: Decisamente una lettrice! Anche perché si può essere lettori senza essere libroterapeuti, mentre l’opposto è impossibile!

D: Se la lettura diventa strumento di auto-consapevolezza, parafrasando il motto di Cartesio, cogito ergo sum (penso, quindi sono) applicato alla libroterapia umanistica, potremmo dire “leggo, quindi so chi sono”?

R: Mi piace moltissimo questa interpretazione! Sì, penso di poter dire che questo è esattamente il senso della libroterapia: leggere diventa molto più che uno strumento di svago – che pure è più che legittimo – ma è un modo per conoscersi meglio usando le opere letterarie come specchio delle nostre emozioni e come tracce per esplorare mondi diversi: non solo quelli di fantasia raccontati dagli scrittori, ma anche quelli che si sviluppano nella profondità del nostro cuore.

D: Quali libri consiglieresti per il piacere di leggerli?

R: In realtà, dipende tutto da che lettore sei. Se sei un lettore tiepido, probabilmente cercherai libri che ti consolano, che ti danno esattamente quello che ti aspetti e ti portano proprio dove desideri andare; il lettore intrepido invece amerà anche quelle letture che susciteranno domande, che faranno sorgere dubbi, che creeranno stupori e cambi di prospettiva… però con questo non voglio assolutamente stilare una classifica dell’essere lettore. La lettura è un piacere, nessuno dovrebbe affrontarla con l’ansia da prestazione! Va benissimo essere un lettore impegnato e ogni tanto concedersi qualche romanzo leggero, va benissimo leggere soltanto gialli, romanzi rosa o chicklit, e va ancora meglio ampliare il proprio orizzonte di letture entrando in un percorso di libroterapia!

D: Quali libri consiglieresti per saperne di più sulla libroterapia umanistica?

R: Ti direi proprio quelli scritti dalla mia docente, la dottoressa Rachele Bindi, “la più nota libroterapeuta italiana”: Trame archetipiche. Libroterapia e benessere, edito da Press & Archeos; I libro che fanno la felicità, edizioni Vallardi; Leggere per leggere. La libertà di scegliere il libro che più ci somiglia, edito da Salani e scritto in collaborazione con l’associazione culturale Hamelin.

Grazie Irene Benussi, un in bocca al lupo per questo illuminante percorso di libroterapia!

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