Sono tanti gli stimoli che ti può dare una città come Berlino. Nel primo viaggio soprattutto. Non solo come viaggiatore curioso ma anche come cittadino del mondo.
La mia prima trasferta berlinese, durata sei giorni di metà Novembre si è snodata lungo quattro topic principali:
- visita storico-culturale della città
- live music & music shopping
- fashion shopping
- nightlife
Per non rischiare con questo post l’effetto corazzata Potëmkin e perdervi lungo la lettura, lo dividerò in più parti, cominciando con il primo punto:
Visita storico-culturale della città di Berlino
Andare alla scoperta di pezzi di storia, monumenti, musei, angoli interessanti della città fino a consumare le suole mi mette a dura prova quando cala la sera e comincia il programma di nightclubbing. Viceversa le 5 del mattino girando per i locali di Kreuzberg mi fanno pranzare con il bucellato di Starbucks ed ecco che mezza giornata da viaggiatore diurno s’è fritta, come le uova del Strammer Max.

Ma tant’è che ho fatto del buon cerchiobottismo, cercando di ottimizzare il giorno e la notte ed ecco un sunto dei punti visitati e da vedere.
Il Muro
Non poteva mancare la passeggiata lungo il Muro, quella parte rimasta nella posizione originale che prende il nome di East Side Gallery per i numerosi murales che colorano il muro post-caduta, alcuni di questi icone di arte urbana.
Quello che manca di muro è stato demolito, venduto in pezzetti come souvenir o dislocato in altre parti della città, come l’esposizione di fronte alla stazione di Potsdamer Platz.
oppure per arrivare al Checkpoint Charlie (vedi dopo).
La giornata è brumosa, a tratti cade una pioggerella che impasta ulteriormente il mood della giornata, altalenante tra l’euforia del viaggio e la bellezza dei murales (l’ho già detto che li adoro?) e la consapevolezza di trovarsi davanti ad un monumento di odio e morte.
Non si vince la tentazione di farsi delle foto, più o meno sorridenti, appoggiati a pezzi di cemento su cui si sono spente vite nella ricerca della propria libertà.
Ma siamo umani, e meschini, e vogliamo un pezzetto di quella storia, che è si universale ma forse dovrebbe essere ricordata come di qualcuno prima che di altri.
Checkpoint Charlie
Resta una ricostruzione del vecchio posto di blocco con dei figuranti in divisa dell’esercito dell’Est che si fanno la foto pe 2 euro e vendono cartoline souvenir.
La sensazione è quella di trovarsi un po’ in un set cinematografico, sembra che sia solo per finta ma aleggia nell’aria un’inquietudine che di fatto ti riporta alla realtà.
Per arrivare al checkpoint passando da quella che era la parte Ovest alla Est ci sono altri pezzi di muro come installazioni urbane.
Museo della DDR
Ha un’allure un po’ kitch per il modo in cui stigmatizza degli elementi di storia e storia del costume.
La situazione della libertà di informazione, la Trabant, l’arredamento delle case, la moda del poliestere per i vestiti femminili di regime ecc…
Comunque val la pena di andarlo a visitare perchè in poco tempo da uno spaccato onnicomprensivo, forse appunto un po’ kitch e da souvenir shop, della situazione ai tempi della Cortina di Ferro.
Porta di Brandeburgo
Non si può andare a Roma senza vedere il Papa. Maestosa, suggestiva per tutto quello che nei secoli ha rappresentato e perchè l’ho vista più volte e più volte inquadrata nel concertone post caduta con Roger Waters & company.
Meta di proteste e manifestazioni quotidiane, quando siamo passati c’era un gruppo di animalisti della Peta ed il presidio dei Pirati a dare supporto alle proteste sulla condizione dei manicomi in Germania.
Lo Zoo
Grandissima sola, il Panda è morto. Quando lo scopriamo rivogliamo parte del prezzo del biglietto, da bravi turisti italioti siamo venuti solo per quello. Scherzi a parte è il giardino zoologico più grande d’Europa e valeva la pena camminare tra elefanti autistici, leoni depressi, ippopotami ossessivo compulsivi e scimpanzè irascibili. Gli animali in gabbia non sono al posto giusto si sa, le uniche apparentemente felici dell’habitat coatto sembrano le foche che dispensano tuffi e spruzzi.
Comunque il giardino zoologico è veramente grande, frequentato soprattutto da famiglie tedesche con bambini. L’unica specie libera è il turista italiota al pascolo dall’inconfondibile schiamazzo.
Museo Bauhaus
Where Ikea starts from. La parte di arredamento (quella che mi interessa maggiormente) nell’utilizzo dell’acciaio tubolare ed i materiali basici mi ricorda molto lo stile Ikea. Consiglio l’audio guida per apprezzare le opere, per i non addetti ai lavori soprattutto. Servizio gratuito, ottima qualità del suono, cuffie Sennheiser, all’entrata del museo c’era la scritta “qui non si frigge mica con l’acqua” e pensare che il museo è gestito dalla Fondazione Bauhaus senza scopi di lucro ed il personale sono anziani volontari.
E poi a passeggio nel centro città: lungo il grande viale Unter den Linden nel quartiere Mitte dove al numero 71 si trova il Bundestag, la Colonna della Vittoria (icona de Il cielo sopra Berlino di Lars Von Trier), la Fernsehturm o Torre della Televisione (saltata la vista panoramica della città che c’era un nebbiun da paura), il quartiere (ed il parco) di Tiergarten, Alexander Platz, Friedrichstrasse, Potsdamer Platz.
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