Le dita affusolate scorrevano frenetiche sui tasti del portatile che aveva in grembo per finirle poi sulla bocca, stringendo in una tenue morsa il labbro inferiore che tormentava sempre nei momenti in cui si perdeva, lunare, in un groviglio di pensieri.
Una sorta di danza rituale, incessante, un ipnotico loop che dal piano della tastiera si prodigava in evoluzioni e volute verso l’alto per approdare al crinale del suo profilo e poi ricadere a schivare parole non dette tra le lettere.
(Bella questa cosa dello scrivere, vuotare il sacco a se stessi senza rendersene conto…) L’unghia dell’indice destro delineava la sagoma della sua bocca emettendo un rumore sordo che lei non percepiva, assorta nella scena che aveva davanti agli occhi…“Oh it’s such a perfect day, I’m glad I spent it with you…”
Lo squillo del cellulare la fece trasalire e di botto le dita abbandonarono furtive l’affranto labbro, decise a porre fine alla trillante vitalità del telefono.
[…]

Foto | Pinterest