
“Squadra vincente, non si cambia” e per la seconda stagione di The Apprentice Italia penso che gli autori del programma tv del “sei fuori!” si siano rigidamente attenuti al paradigma. Il talent show condotto da Flavio Briatore in veste di datore di lavoro di un futuro manager aziendale è ripartito venerdì 17 gennaio su Sky Uno, invariato di una virgola: stessi ambienti e location, sigla, colonna sonora, format, premio finale (contratto per un anno alle dipendenze del boss con stipendio a 6 cifre): unica variante rispetto alla prima stagione l’evidente infighimento di Patrizia Spinelli, collaboratrice del boss (Flavio Briatore, che non accetta in trasmissione di essere chiamato in altro modo) che è passata dall’essere una donna piacente e curata ad una donna piacente, iper curata nel trucco e parrucco e con quell’attitude aggressive che fa tanto sinonimo di successo.
Invariato nel look l’altro assistente del boss, Simone Avogadro, ma si sa che noi donne abbiamo un range di miglioramento molto più vasto degli uomini, croce e delizia di molte, a seconda se si giochi sulla fascia miglioramento o non si giochi affatto (=peggioramento).
Anche tra i candidati di The Apprentice è inevitabile rintracciare parallelismi con la prima stagione del programma tv, i “caratteri” sono abbastanza simili ed allo stesso modo, come fu per l’anno scorso, il gruppo femminile non mi sembra spiccare per elementi di particolare intelligenza, spirito di iniziativa ecc…A voi che ne pare?
Sono drastica ad esprimere giudizi dopo appena la prima puntata? Forse, ma ad oggi ecco i caratteri che ho rintracciato all’interno del programma (e che consiglio di tenere d’occhio):
Il nuovo – asfaltatore – che avanza

Fabio Cascione, direttore commerciale nel settore vinicolo ha un’evidente esperienza consolidata nella vendita, sicurezza ai limiti della presunzione, immancabile profferta di stretta di mano al momento della chiusura ordine con condizione sine qua non di sconto. A volte vorresti stringergli la mano, a volte prenderlo a schiaffi.
Il self-made man

Simone Piadena, imprenditore di locali notturni, taciturno, viaggia con un basso profilo trincerato dietro l’incosncio (ma nemmeno più di tanto) assunto “io sono imprenditore, voi colletti bianchi che non sapete allacciarvi una scarpa”. Vedremo se uscirà dal suo basso profilo o lo stanerà il boss stesso.
Il teorico

Fulvio Cugno, imprenditore di web marketing, rinominato “pippa teorica” dal Boss al fallimento della prima prova di cui era il team-leader: gestire un camioncino di panini alla piastra fuori dall’autodromo di Monza in occasione delle prove del gran premio. Il picco dell’astrattezza della sua politica di marketing è stato proporre un giochino da luna park per i clienti, per cui se con una pallina centravi un non precisato canestro avevi un altro panino omaggio o roba simile. La proposta è stata accolta dall’imbarazzo del team e diplomaticamente affondata da Fabio. Fulvio si è beccato un bel “sei fuori” ma nella stessa categoria di teorici milita anche Francesco Del Pesce, avvocato d’affari che sembra lontano anni luce dal pianeta Pragmatico e Buon Senso. Ci darà grosse soddisfazioni ed al boss discreti attacchi di bile.
