Deezer, Stereomood, Mixtapefanclub: lo streaming musicale online

Aspettando l’arrivo in Italia di Spotify ho passato in rassegna le piattaforme di streaming musicale Deezer, Stereomood, Mixtapefanclub, che poi sono quelle che sto usando ultimamente, nel tentativo di capire che differenze esistono tra le varie proposte e come è cambiato e sta cambiando l’ascolto della musica online.

Deezer

Deezer è un analoga piattaforma di Spotify, di casa madre francesce, dove ascoltare brani in streaming da singoli a interi album in discografia, le selezioni “radio” legate ad artisti, playlist o selezioni per generi musicali. Uno slot nella home fa scorrere gli album segnalati dagli utenti con un loro mini commento, l’equivalente di un “Mi piace”.

Nella sezione radio scegli un artista, io ho messo gli Smiths, e nella selezione che Deezer ti propone brani degli Smiths ad altri di artisti “coerenti” con gli Smiths. Le scelte mi lasciano un po’ perplessa perchè trovo Abraham’s daughter degli Arcade Fire dalla colonna sonora di Hunger Games.

Oltre a condividere il fatto che le note siano 7 per entrambi non trovo molte altre analogie ma tant’è che nel pacchetto vi prendete tutto. I brani sono ogni tanto intervallati da spot pubblicitari. Interessanti le selezioni fatta dagli artitsti, ad esempio questa playlist degli Amari che unisce Lucio Dalla e i Blackstreet. Si accede creando un utente o loggandosi con un profilo social e si può personalizzare la propria library di brani preferiti, caricare mp3, condividere gli ascolti sui social network e inviare brani in streaming ad altri utenti Deezer.

stereomoodStereomood è una startup tutta italiana ma dal respiro decisamente internazionale che ti permette di ascoltare playlist musicali in base al tuo umore, pescando nel database che contiene svariate selezioni musicali, da ricercare immettendo in inglese il tuo mood del momento: dalle più semplici come classical, romantic fino ad elaborati stati emotivi come I feel like child, dish washing (da provare) state of hallucination ecc...

Anche qui si accede creando un utente o loggandosi con un profilo social, si possono caricare mp3, condividere gli stati e gli ascolti nei vari social network (Facebook, Twitter ecc…), seguire le playlist (che si chiamano mixes) degli altri utenti (stereomooders) e nella home un riquadro in basso porta le proposte della redazione, dove suggerisce artisti, blog musicali, etichette discografiche ecc…

L’immagine di background della home cambia ciclicamente e viene scelta tra le foto proposte dagli utenti su Flickr, insomma una vetrina dove far conoscere e apprezzare la propria passione per la fotografia. Diciamo che l’aspetto social è pienamente integrato in Stereomood, a partire dall’idea stessa di playlist umorale che fa tanto uno status da dichiarare al mondo.

mixtapefanclub

Un deriva vintage nell’ascolto musicale, dai gruppi, all’estetica musicale, grafica e di stile è da tempo nell’aria e Mixtapefanclub ha colto questo trend. Nuovissima piattaforma per l’ascolto in streaming è online dal 7 Febbraio in versione beta e la sua essenza si riassume nel motto “Cassettes made for streaming”. Mettere insieme il progresso dello streaming online con l’estetica musicale ma anche grafica di un prodotto come le audiocassette lo trovo brillante (devo ricordare la mia passione per le audiocassette?).

Il sito raccoglie un catalogo di mixtape, selezioni di brani disponibili online (si appoggia a Grooveshark per lo streaming) ma provenienti da registrazioni analogiche su cassetta e si divide in due sezioni, le mix tape compilation Mixadelica, vere e proprie selezioni personali dei collaboratori e cassette di album integrali Rec On, ripensati in veste digitale, raccontati e recensiti dai collaboratori dello staff. Non c’è ancora molto materiale ma il sito è appena nato e il catalogo sarà in espansione presto, o almeno mi auguro.

Le mixtape sono pensate come audiocassette, in tutto e per tutto, con un lato A ed uno B, per far iniziare e finire un percorso di ascolto che con la cassetta era circoscritto ad un prima ed un dopo, un Alfa ed un Beta.

La supervisione spirituale di un progetto del genere non poteva che essere affidata a John Peel, storico dj e radio speaker inglese, autore di una delle mie citazioni preferite quando si scende sul terreno del digitale vs. analogico: “Somebody was trying to tell me that CDs are better than vinyl because they don’t have any surface noise. I said, ‘Listen, mate, life has surface noise.”

Di fonto, il concetto di tutte queste piattaforme di streaming da ragione alle ipotesi di Jeremy Rifkin e la sua Third Industrial Revolution passando dall’idea di possesso a quella di accesso: sarà sempre meno richiesto avere delle canzoni rispetto al bisogno di ascoltarle, accedervi, in qualsiasi momento tramite la rete e qualsiasi device che è analogo a quello che accade per lo streaming tv e cinema (da ultimo la rimozione del cd dal paniere Istat 2013).

Sono combattuta tra queste due istanze, quella del possesso e dell’accesso, forse perchè sono possessiva e quello che mi piace, di sicuro mi piace averlo anche se la possibilità di poter disporre dell’infinito nel finito è allettante e seducente.

Alla fine credo che le due realtà possano (e forse debbano) coesistere, l’ ascolto un po’ famelico e compulsivo dello streaming online e quello riflessivo che predilige il supporto fisico da tenere in libraria, l’artwork, il libretto e tutto quello che da sempre contorna un lavoro come un cd o un lp.

13/02/2013 Aggiornamento: Mixtapefanclub mi segnala che i brani vengono diffusi in streaming essendo già online e non presi da registrazioni analogiche, come avevo pensato io ascoltando Mbv dei My Bloody Valentine in una qualità decisamente lo-fi.

Scoperto che l’album è stato caricato da Mixtapefanclub pescandolo dal canale Youtube dei My Bloody Valentine, dove di proposito la band lo ha caricato in bassa qualità a 192kbps con fade in e fade out, tutto è tornato limpido e cristallino al mio orecchio.

Feature image | Repinned

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