Sono tornati.
Come ogni anno d’estate sono arrivati i turisti. Eh si che non vivo in quel gran paradiso terrestre da accogliere frotte di vacanzieri, tuttavia quelli che arrivano bastano a far sentire la loro presenza.
A me che di questo villaggio di locals disabitato per nove mesi l’anno amo proprio la tranquillità, la presenza di turisti al mare bercianti per tre mesi è un fastidioso rituale di passaggio. Quando ero più giovane l’arrivo dei turisti era un fatto positivo, il momento in cui c’era un po’ di gente in questa cittadina morta e dimenticata dal dio divertimento. Ma avevo sedici anni e pensavo ancora che bevendo tanta acqua non venisse la cellulite.
Ridatemi la mia città deserta, senza iniziative di bassa lega per turisti esteticamente offensivi, con pance all’aria in giro per il centro, infradito e piedi sabbiosi a spingere il carrello del supermercato.
Io stessa sono – mai abbastanza – turista a mia volta, questo blog prende il nome da un’esperienza di viaggio, tuttavia, quello che non sopporto è un certo atteggiamento da turista, che ho la [s]fortuna di trovare nel turismo estivo di cui è preda la mia cittadina.
Ecco tre tipologie di turista molesto e cosa fare in caso di incontro ravvicinato:
Il pensionato “io ne ho viste ci cose…”
E’ un classico, quello che d’inverno si aggira intorno ai cantieri e con la bella stagione viene sulle spiagge sabbiose della costa Toscana, in quasi-Versilia, con la casa affittata tutta l’estate, con l’atteggiamento del “ora mi diverto io”. In fila dal panettiere indugia baldanzoso a raccontare della michetta che compra dal forno sotto casa sua, mentre la fila intanto cresce alle sue spalle, e se ti vede sbuffare per l’attesa non se ne capacita e ti racconta che la prima volta che è venuto in città il bagno Tritone aveva un bagnino che si chiamava Duccio…
Cosa fare: nemmeno a dirlo, fingersi un norvegese in vacanza.
Il giovane deboscia
Si muove in gruppo, te lo ritrovi rumoroso e molesto nel reparto alcolici del supermercato, sblatera sui cocktails più sballanti da fare e racconta di quella volta che suo cugino è andato in come etilico sulla pista della dancehall…che sballo…(Insomma regazzì vi spostate che devo comprare la weiss per il pollo alla birra?)
Cosa fare: avvicinarsi allo scaffale degli alcolici con il telefono all’orecchio simulando una conversazione di lavoro, altamente noiosa da deprimere le orecchie dei giovani deboscia.
La Lady Del Pianerottolo
Al bar ci mette tre ore a scegliere un cornetto vuoto, commentando come lo chiamate qui o come lo chiamano a casa sua. All’ombrellone al mare affianco al tuo parla con due toni di voce sopra perchè tanto è in vacanza e ti attacca bottone nonostante l’ultimo tomo di Carlos Ruis Zafon provi a dividervi.
Cosa fare: annuire con convinzione da dietro il libro egli occhiali da sole e la prossima volta non dimenticarsi l’iPod
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