Cristina Donà: intervista alla cantautrice di Così vicini

Cristina Donà ©AA 2014 Così vicini
Cristina Donà ©AA 2014 – foto su concessione ufficio stampa

“Il senso delle cose si nasconde dietro alle persone. Il senso delle cose si racconta con parole silenziose.” (Cristina Donà, Il senso delle cose)

Ho intervistato Cristina Donà a cavallo del suo tour invernale per l’ultimo album Così vicini, uscito il 23 settembre 2014. A qualche giorno dall’uscita in radio di Il senso delle cose, secondo singolo estratto da Così vicini pubblico questa preziosa intervista in cui Cristina Donà racconta con dovizia di passione e particolari del proprio song-writing, della genesi di Così vicini, di musica e teatro, di donne e violenze di genere, di narrazione, di scrittura a quattro mani, di particolari arrangiamenti e tessiture armoniche.

Buon viaggio…

Cover di Così vicini Cristina Donà
Cover di Così vicini

D: Così vicini torna a distanza di quattro anni dal precedente Torno a casa a piedi, nella tua discografia ci hai abituati a tempi abbastanza lunghi tra un album e l’altro: qual è la molla che ti spinge a metterti a scrivere, l’urgenza di dire delle cose al momento, l’astinenza dalla musica…?

R: La curiosità di vedere cosa può arrivare di nuovo oltre a ciò che ho già fatto forse è il vero motivo. Non smetto quasi mai di scrivere. Se non ci sono scadenze prefissate, il momento buono lo decreta il numero di canzoni che vanno a comporre un album. Quando il numero è sufficiente e sono soddisfatta della qualità del lavoro e della coerenza tra i brani, allora è quello il momento. Detto questo ci sono periodi in cui reputo il materiale scarso e scadente, altri in cui esce qualcosa di buono, altri ancora in cui serve lasciar decantare.

D: L’ascolto di Così vicini restituisce l’idea di un viaggio intimista nei sentimenti (penso a Fame di te e Senza parole), nel modo di vivere e di porsi di fronte alla realtà (penso a Imprevedibile), quasi un tentativo di prendere le misure per leggerla e comprenderla (penso a Il senso delle cose, Perpendicolare): si arriva ad essere “così vicini” a qualcosa/qualcuno alla fine del viaggio?

R: Il viaggio di avvicinamento può essere infinito se si è in grado di rinnovare una rispettosa curiosità nei confronti dell’altro e di ciò che sta attorno a noi. Forse è proprio questo il punto: prendere coscienza della qualità del nostro rapporto con l’altro ed essere in grado di elaborare ciò che ne deriva, nel bene e nel male. Ci stiamo abituando a puntare il dito contro qualcosa o qualcuno che sta “fuori”, deresponsabilizzandoci e probabilmente ci va bene. Quando la colpa è degli altri è tutto più facile. Sempre di più credo che il cammino per un miglioramento della società debba partire da noi individualmente, e per far questo dovremmo trovare il tempo per fermarci e fare i conti con le nostre azioni, con le loro conseguenze, sia nei confronti di chi ci sta accanto, sia come riflesso nella società.

Cristina Donà - Così vicini
Cristina Donà – foto su concessione ufficio stampa

Questo dovrebbe valere anche per il territorio in cui viviamo. A volte si è molto vicini a qualcuno o a qualcosa senza esserne coscienti e lo si scopre a posteriori, un po’ come nella title track, dedicata ad una amicizia che nasce durante l’infanzia. E’ la storia di un legame fortissimo tra due persone che hanno condiviso alcuni momenti importanti della loro vita. Volevo provare a descrivere la forza del “tutto è possibile se stiamo vicini”, anche quando il mondo intorno sembra crollare. Il contesto della canzone, ben orchestrato da Saverio Lanza che ha la paternità melodica, degli arrangiamenti e di una parte del testo, sono gli anni ’70, gli anni in cui ho vissuto la mia infanzia e l’inizio dell’adolescenza. Lo ricordo come un periodo complesso, certamente violento, ma pieno di energie propositive e lungimiranti, come quell’amicizia. Credo ci sia bisogno di tornare a guardarci da fuori con quell’innocenza, quella voglia di vivere. Ci manca il tempo per ascoltarci reciprocamente o forse non lo vogliamo trovare.

D: L’album è stato scritto insieme al musicista Saverio Lanza che hai appena citato: come è nata la vostra collaborazione? Qual è la differenza (in positivo o negativo) tra lo scrivere in solitudine e in team?

R: Mi è stato presentato dal manager con il quale lavoro, Gianni Cicchi, a seguito della mia richiesta di trovare un musicista, produttore, che potesse condividere con me la scrittura dei brani a livello musicale. Ampliare la tessitura armonica, avere nuove possibilità melodiche e di arrangiamento era la mia priorità. Non mi bastavo più e ho voluto cercare altrove. Al momento trovo solo risvolti positivi nel lavorare in team per la scrittura. La differenza principale è che non mi devo più preoccupare di arrivare da sola in fondo ad un brano. A volte basta uno spunto che viene rimbalzato via mail per vedere crescere una canzone. Le proprie abitudini compositive, anche inconsce, vengono scardinate da quelle dell’altro e questo ti consente di arrivare dove non avresti mai pensato di arrivare. Bello, bellissimo.

D: Da poco è ripartito il tuo “Special acoustic tour” di Così vicini. Ti esibirai in veste di musicista-cantastorie in un concerto-storytelling, vuoi darci qualche anticipazione per chi verrà a vederti?

R: Per la prima volta da quando ho iniziato la mia carriera di cantautrice racconterò un album dall’inizio alla fine, seguendo la tracklist, suonando le canzoni nella loro veste più scarna, veste alla quale sono particolarmente legata, quella del brano alla sua origine e della voce accompagnata da uno, massimo due strumenti musicali. In ogni caso il disco verrà presentato dal vivo sia in questa versione che con la band al completo.

Cristina Donà - Così vicini
Cristina Donà ©AA 2014 – foto su concessione ufficio stampa

D: Con Isabella Ragonese avete portato in teatro Italia Numbers, un reading musicale sui numeri della violenza in Italia: cosa ti ha lasciato lavorare a quel progetto?

R: Io e Isabella ci siamo conosciute personalmente nel 2010 ma la stima reciproca è antecedente al nostro incontro. Quando il Giardino della Memoria di Ustica ha proposto ad Isabella di imbastire uno spettacolo-reading sul tema della violenza sulle donne ha pensato di coinvolgermi e io ho risposto con entusiasmo. Siamo io e lei sul palco ed è bellissimo. Abbiamo deciso di comune accordo di alternare testi e brani più cupi e di denuncia ad altri più leggeri affinché non risultasse troppo pesante, e quindi inefficace, il racconto. Ne risulta un viaggio intenso, a tratti drammatico, ma anche divertente ed ironico. Significativa la scelta di Isabella di utilizzare testi scritti da due autori di sesso maschile: Stefano Massini e Paolo Cognetti. Questa direzione è una dichiarazione di intenti che spiega indirettamente la voglia di non barricarsi dietro allo stereotipo della donna buona e del maschio cattivo, ma semmai di alimentare il desiderio di costruire assieme una realtà diversa.

Locandina di Italia Numbers Cristina Donà - Isabella Ragonese
Locandina di Italia Numbers

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